Le esigenze cambiano con l’età: assecondare i nuovi bisogni di un gatto anziano significa garantirgli una vecchiaia più lunga e serena
I confini tra infanzia, età adulta e senilità variano molto da gatto a gatto. Tuttavia, si comincia a parlare di invecchiamento mediamente a partire dal superamento del settimo anno di età, e si parla di gatto anziano a partire dai 10/12 anni. Intorno ai 7 anni, infatti, iniziano a manifestarsi i primi segni di invecchiamento cellulare (rallenta il processo di rinnovo delle cellule).
Negli ultimi decenni la maggior attenzione dei proprietari per la salute dei loro mici, l’offerta di cibi specifici per i gatti anziani e una vita spesso priva di pericoli, ha innalzato fortemente l’aspettativa di vita dei felini domestici. Oggi i gatti arrivano in media a 15 anni, ma molti superano anche abbondantemente i 20.
GATTO ANZIANO NON VUOL DIRE GATTO MALATO
L’invecchiamento non è una malattia, ma un nuovo equilibrio. Rispetto a un gatto giovane, infatti, un gatto anziano avrà un’attività fisica ridotta e tenderà ad allontanarsi meno da casa. La riduzione delle sue capacità fisiche, prime fra tutte quelle legate ai sensi (udito, vista e olfatto) comporta una minor reattività agli stimoli. Ciò si traduce, per una preda, in una minor capacità di sfuggire a un predatore. Pertanto, il nostro micio avrà più bisogno di sentirsi al sicuro e tenderà a controllare meglio il suo territorio.
Questa maggiore insicurezza contribuisce anche a rendere il nostro gatto anziano meno incline ad accettare novità e cambiamenti. Un trasloco, una vacanza fuori casa o l’arrivo di un bambino, potrebbero sembrargli insormontabili difficoltà da superare. Un ambiente calmo, tranquillo e privo di stress è quello che il nostro gatto anziano sogna. Per esempio, se abbiamo bambini piccoli in casa evitiamo che lo prendano continuamente in braccio. O ancora quando lo accarezziamo osserviamo le sue risposte: potrebbero esserci dei punti in cui prova dolore o fastidio al contatto. Se abbiamo in programma di invitare degli amici a casa, dedichiamogli una stanza lontano dal rumore e dalle persone.
SALUTE DA MONITORARE
Se viviamo con un gatto anziano è bene valutare con il nostro veterinario di fiducia un piano alimentare adeguato alle sue nuove esigenze e concordare controlli medici periodici. Con l’età, infatti, si possono presentare problemi intestinali, disfunzioni cognitive, problematiche cardiache, renali o metaboliche (come diabete o ipertiroidismo). La perdita dell’olfatto o problemi a denti e gengive potrebbero rendergli difficile o doloroso alimentarsi. Infine artrosi o artrite potrebbero impedirgli di continuare a raggiungere i suoi posti preferiti per dormire.
AIUTO IL MIO GATTO È IMPAZZITO!
Molti sintomi delle malattie descritte tendono a manifestarsi anche sotto forma di problema comportamentale: il gatto fa pipì fuori dalla lettiera, vocalizza durante la notte o ha strane variazioni di umore. In questi casi è importante intervenire su entrambi i fronti, sia quello clinico che comportamentale, per aiutare il micio a stare meglio.
Se è vero infatti che non è possibile far tornare giovane il nostro gatto, è vero che è possibile rallentare i processi di invecchiamento con le giuste cure e con attività adeguate alla sua età e alle sue esigenze.
UNA CASA A MISURA DI GATTO (ANZIANO)
Aiutare il nostro micio a passare una vecchiaia felice significa anche adeguare la nostra casa alla sua nuova condizione, scegliendo lettiere e tiragraffi adatti alla sua età. Attrezziamola con scalette per consentirgli di raggiungere i suoi luoghi di riposo preferiti (così da poter continuare a salire sul lettone a dormire con noi!) e aumentiamo le risorse disponibili (come ciotole, cucce ecc) cosi che abbia tutto a portata di zampa in caso di necessità.