Come ogni primavera stanno nascendo i primi gattini dell’anno. Solitamente le mamme scelgono posti riparati e nascosti dove partorire, come cantine, solai e sottoscala, perché sono considerati luoghi sicuri dove lasciare i gattini tra una poppata e l’altra, quando si allontanano per procurarsi il cibo.
Talvolta, in questo breve intervallo, i piccoli piangono per la fame e così scopriamo la loro presenza. Istintivamente siamo spinti ad accarezzarli, ma lasciando su di essi il nostro odore rischiamo che la madre li nasconda altrove, o peggio li rifiuti.
Come comportarci quindi?
PRIMA REGOLA: NON TOCCARE I GATTINI!
Osserviamoli bene e innanzitutto capiamo come cercare di determinare l’età di un gattino:
1. se ha ancora attaccato il cordone ombelicale ha meno di 3/5 gg;
2. se ha gli occhi chiusi o poco aperti ha meno di 10/12 gg;
3. se stanno uscendo i dentini e si muove in modo malfermo, ha circa 3 settimane;
4. se si muove con una certa sicurezza, gioca con gli altri cuccioli, e mangia da solo ha almeno 5 settimane;
SE I GATTINI HANNO MENO DI 3 SETTIMANE
Se i gattini sono molto piccoli si alimentano ogni 2 o 3 ore e non sono in grado di mantenere autonomamente la temperatura corporea (si mantengono caldi, infatti, stando sotto la pancia della mamma), pertanto è improbabile che la gatta sia troppo distante dalla tana. Appostiamoci ben nascosti: la mamma potrebbe non avvicinarsi, intimorita dalla nostra presenza.
Se la gatta non rientra nel giro di qualche ora, nemmeno sentendo i micetti piangere, avvolgiamoli in un panno caldo e portiamoli subito da un veterinario per verificare le loro condizioni di salute. La mortalità a questa età è molto alta e allevare dei neonati richiede impegno e grandi competenze: contattiamo un’associazione animalista che possa occuparsi direttamente di loro.
SE I CUCCIOLI HANNO PIÙ DI 3 SETTIMANE
Quando i piccoli hanno circa 20-25 giorni le mamme tendono a cambiare tana. I gattini cominciano a camminare e a voler esplorare il mondo e spuntano i primi dentini: presto la mamma li addestrerà alla caccia. Dato che i micini sono ancora malfermi sulle zampe, la mamma sposta un cucciolo per volta, motivo per cui intorno a questa età, spesso non si trovano intere cucciolate ma singoli gattini “apparentemente” soli.
Attendiamo qualche ora e se la mamma non torna, portiamo i cuccioli dal veterinario. Il medico verificherà lo stato di nutrizione, l’eventuale presenza di parassiti interni ed esterni e potrà stabilire con certezza l’età esatta del micetto. In questo caso sarà più semplice decidere di gestire i gattini, facendoci affiancare dal veterinario. Se abbiamo trovato dei fratellini non dividiamoli: stare insieme sarà fondamentale per un corretto sviluppo comportamentale. Prepariamo una cuccetta calda, in cui i piccoli possano riposare.
Verso i 25-30 giorni cominceranno a usare la lettiera: scegliamo una cassettina dai bordi bassi in modo che riescano a entrare e uscire facilmente.
LO SVEZZAMENTO E GLI AUTOCONTROLLI
Attorno ai 25-30 giorni potremo cominciare a somministrare pappe per gattini, prima diluite con latte specifico con l’aiuto di una siringa senza ago, e poi in purezza in un piattino. Nel giro di pochi giorni cominceranno a mangiare da soli. Non mancheranno molti buffi tentativi in cui ci toccherà ripulirli più volte fino alla punta della coda!
Tra la 5° e la 7° settimana di vita, infatti, la mamma comincia lo svezzamento: ai gattini, ormai muniti di denti, non basta più il latte materno, ma procurarsi il cibo da soli significa doversi misurare con le prime difficoltà. Durante questo passaggio imparano a gestire il morso, la retrazione delle unghie e la frustrazione. E anche attraverso il gioco tra fratelli e con la mamma: se un gattino “esagera” nella lotta, i fratelli lo “contengono” e se non dovesse bastare, interviene la mamma a mettere tutti “in riga”. Perciò, non dividere gli orfanelli risulta strategico.
Inoltre è importante guidare correttamente il gioco: mai utilizzare i piedi e le mani (che dovranno essere associate esclusivamente alle coccole). Invece è bene offrire ai gattini pupazzetti che fungano da prede, topini e cannette. Qualsiasi gioco proposto dovrà permettergli di eseguire la sequenza predatoria completa: punto la preda, studio l’attacco, lo sferro e finalizzo con un bel morso. Se dovessero rivolgere a noi eventuali attacchi, vanno assolutamente scoraggiati, chiudendo l’interazione. Non servono urli o minacce, basta semplicemente ignorare il gattino fino a che non si sarà tranquillizzato. Così si comporterebbe un gatto adulto.